Fine Anno Scolastico…

Non ho frequentato il blog, negli ultimi giorni, impegnata negli “espletamenti di fine anno scolastico” (li chiamiamo così).
E si è concluso un altro Anno Scolastico, ed è tempo di bilanci.

Fine Anno Scolastico

15 giugno 2013… Ieri pomeriggio nella mia scuola sono stati ricevuti gli allievi non promossi e le loro famiglie. Per me è il momento più brutto dell’anno scolastico, e ieri, in particolare, ho reagito in un modo che non so spiegarmi. Capita che, durante l’anno, nei corridoi, spostandoti da una lezione all’altra, incroci colleghi ed alunni; alcuni sono tuoi allievi, ti salutano, ti sorridono, altri non sono tuoi alunni, ne incroci lo sguardo; a volte sono occhi allegri, altre volte pensierosi, e ti sorprendi a immaginare la vita che c’è dietro quello sguardo, le mamme, gli amici, la prima fidanzatina. Mi capitava spesso di incontrare un ragazzino esile, occhi puliti, il classico ragazzo educato, serio. Mi sarebbe piaciuto averlo come alunno. Ieri l’ho visto con la mamma, e ho capito che è stato bocciato, e ho cominciato a piangere. Il ragazzo era triste, dopo un po’ l’ho visto con le lacrime agli occhi, e sono andata a rifugiarmi negli uffici amministrativi. Penso alla sua estate, e spero riesca serenamente a far tesoro di questo insuccesso, spero superi questo momento. La malinconia mi ha accompagnato per tutto il pomeriggio e la serata, e ancora adesso non riesco a non pensare a quello sguardo smarrito.
Scrivo questo post un po’ per superare il magone che ho dentro, e non vuole andarsene.
Ogni anno, in questo periodo, mi interrogo sulle mie parole opere omissioni. Spero di essere riuscita a trasmettere ai miei allievi il valore della Dignità dell’uomo, il Bene, il Bello, il Buono, il principio della Giustizia. Vorrei mi ricordassero non solo come la “rompi” che (sempre dopo aver augurato il “Buongiorno!”) chiedeva “Chi si fa interrogare oggi?”, ma anche come una persona che ha saputo trasmettere Valori. Perché è dei Valori che è fatta la Vita.
E allora, posto qui una riflessione che gira nell’infinito mondo di internet, sperando che i miei alunni di 3^ e di 4^, tra un tuffo al mare, lo studio delle materie con “sospensione del giudizio” e una serata con gli amici (non bevete, mi raccomando!), tornino su questo blog anche adesso che non hanno più bisogno di scaricare dispense di Italiano e Storia!

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Un professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vasetto di marmellata vuoto e lo riempì con sassi di circa tre centimetri di diametro; poi chiese ai suoi studenti se il contenitore fosse pieno ed essi gli risposero di sì.
Allora il professore tirò fuori una scatola piena di piselli, li versò dentro il vasetto e lo scosse delicatamente: ovviamente i piselli si infilarono negli interstizi vuoti rimasti tra i vari sassi. Ancora una volta il professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno ed essi, ancora una volta, risposero di sì.
Quindi il professore tirò fuori una scatola piena di sabbia e la versò dentro il vasetto. La sabbia riempì ogni spazio vuoto rimasto: per l’ennesima volta il professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno e questa volta essi risposero che lo era senza ombra di dubbio.
Infine il professore tirò fuori da sotto la scrivania due lattine di birra e le versò completamente dentro il vasetto, inzuppando la sabbia. Gli studenti risero a crepapelle.
«Ora» – disse il professore – «voglio che voi capiate che questo vasetto rappresenta la vostra vita. I sassi sono le cose importanti, la vostra famiglia, i vostri amici, la vostra salute, i vostri figli, le cose per le quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancora piena. I piselli sono le altre cose per voi importanti: il vostro lavoro, la vostra casa, la vostra auto. La sabbia è tutto il resto… le piccole cose, insomma.» «Se metteste dentro il vasetto per prima la sabbia» – continuò il professore – «non ci sarebbe spazio per i piselli e per i sassi. Lo stesso vale per la vostra vita: se dedicherete tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti. Dedicatevi alle cose che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro partner al cinema, uscite con gli amici. Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l’auto. Prendetevi cura in primis dei sassi, ovvero delle cose che veramente contano. Fissate le vostre priorità… il resto è solo sabbia».
Una studentessa allora alzò la mano e chiese al professore cosa rappresentasse la birra. Il professore sorrise.
«Sono contento che me l’abbia chiesto. Volevo solo dimostrarvi che non importa quanto piena possa essere la vostra vita, perchè c’è sempre spazio per un paio di birre con gli amici.»

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✩✩✩ Buona Vita! ✩✩✩

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E in bocca al lupo ai miei allievi di 5^…
Da lunedì ricominciamo 🙂








3 Responses to “Fine Anno Scolastico…

  1. Giò ha detto:

    La cosa che mi turba di più è che la valutazione, con conseguenti bocciature e promozioni, viene fatta su cose sane e sacrosante perché appartengono ad un processo di maturazione di consapevolezze e conoscenze, ma quasi mai – a prescindere dalla nostra volontà – sui talenti veri che gli alunni forse non riusciranno mai ad esprimere in un’aula. Spesso il nostro lavoro si trasforma in mera contabilità anaffettiva. Sono dunque assolutamente d’accordo con te sulla necessità di riprendersi il proprio ruolo in una dimensione differente, rimettendo al centro le persone, con le loro sensibilità e la propria necessità di soddisfare bisogni. Ma per taluni che credo non siano mai entrati in una classe per confrontarsi con teste, cuori, pensieri, pulsioni ed emozioni, la scuola è subordinata alla burocrazia. Ahimè, com’è lontano il Portico di Zenone!

    • vittorianicolo ha detto:

      Buonasera. Ho risposto (?) a questo tuo commento con una brevissima riflessione postata ieri sul tuo commento all’articolo dedicato a don Milani. Forse sono un po’ stanca… Buona vita, Giò (bello leggere il tuo blog. E condivido questo tuo commento)

      • Giò ha detto:

        Eh, mia cara, a questo punto dell’anno è proprio vero che siamo stanchi. Facciamo un lavoro meraviglioso, che tra gioie e dolori lascia sempre solo il magnifico ricordo delle prime. Ma riesce anche a sfinirci perché non ci si sconnette al suono d’una sirena o con il timbrare il cartellino d’uscita. Mi viene in mente una vecchia cosa di Giorgio La Pira, finito in Toscana come me, ed originario del mio stesso paese dove ho ancora la “mia” casa che guarda il Mar d’Africa per me quando sono via: “per fortuna c’è il mare, e posso fare i bagni” (non sono sicuro sia esattamente così, ma il senso è quello). L’ultimo sprint prima del riposo dei “giusti”. La vita è bella Vittoria. In bocca al lupo a te e ai tuoi alunni. Passa a trovarmi di là se ti capita.

        P.S.: ho dato una sbirciatina alle tue cose su Giordano Bruno.

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