Pasolini e la mia Roma

stellaNon passa quasi giorno che io non lo ricordi: Pier Paolo Pasolini… quante cose avrebbe da dire.

Pier Paolo Pasolini

“Sul cavalcavia della stazione Tiburtina, due ragazzi spingevano un carretto con sopra delle poltrone. Era mattina, e sul ponte i vecchi autobus, quello per Monte Sacro, quello per Tiburtino III, quello per Settecamini, e il 409 che voltava subito sotto il ponte, giù per Casal Bertone e l’Acqua Bullicante, verso Porta Furba, cambiavano marcia raschiando in mezzo alla folla, tra i tricicli e i carretti degli stracciaroli, le biciclette dei pischelli e i birroccioni rossi dei burini che se ne tornavano calmi calmi dai mercati verso gli orti della periferia. Anche i marciapiedi scrostati ai lati del ponte, erano tutti pieni di gente: colonne di operai, sfaccendati, di madri di famiglia scese dal tram al Portonaccio, proprio sotto i muraglioni del Verano e che trascinavano le borse piene di carciofoli e cotiche, verso le casupole della Via Tiburtina, o verso qualche grattacielo, costruito da poco, tra i rottami, in mezzo ai cantieri, ai depositi dei ferrivecchi e di legnami, alle grosse fabbriche di Fiorentini o della Romana Compensati. Proprio in cima al ponte, tra la marea di macchine e di pedoni, i due ragazzi che trascinavano il carretto a strappi, senza badare agli zompi che faceva sulle buche del selciato, e andandosene più adagio che potevano, si fermarono, e si misero a sedere sui bordi del carretto”

da Ragazzi di Vita
Pier Paolo Pasolini

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