Quelle domeniche in riva al mare…

N@vigando nella rete…
«Nelle città senza mare, chissà a cosa si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio.» (Banana Yoshimoto)

domenica al mare

Il mare è, per me, un grande equilibratore… e negli ultimi giorni (in attesa dei colloqui orali dell’Esame di Maturità della mia 5^) sono andata al mare, al mio mare.
La foto sopra è il mio mare ieri. Stamattina pensavo a una bellissima canzone interpretata da Giuni Russo, e, per quelle alchimie sulle quali non mi interrogo più, @eucromia, un amico virtuale conosciuto su Twitter (ciao, Sergio!), ha postato proprio questo link.

♪❤☆♬
Giuni Russo, Sere d’agosto



Oggi il lido era un po’ più affollato. Nulla di che, son tempi di crisi, e si avverte anche nella cittadina in cui vivo. Tuttavia, a me il mare piace silenzioso, ascoltare la musica delle onde e, al più, il richiamo di qualche gabbiano. Mi smemoro e mi inebrio del profumo dell’acqua e del vento.
Ma oggi c’erano bimbi mamme e papà nonne e nonni e zii, tante belle persone, umanità allegra e colorata, che voleva sorridere abbronzarsi divertirsi innamorarsi. E allora… mi è tornato alla mente un film, che ricordo di aver visto da adolescente. E ricordo, anche, quel trenino che portava ad Ostia, piacevole chiassoso colorato fotogramma di un tempo che fu, “nell’altra vita”, come a volte dico, rievocando. E’ stata egualmente bella, “la mia altra vita”, e forse, un giorno, la racconterò in queste pagine.

trailer del film di Luciano Emmer,
Domenica d’agosto







2 Responses to “Quelle domeniche in riva al mare…

  1. Giò ha detto:

    Il mare, come si fa a stare senza il mare? Ti accorgi di quanto sia difficile quando non ci sei vicino. Certo, per chi non c’è nato la cosa è meno chiara. Credo dipenda dai segnali che lancia tutta quell’acqua in movimento, segnali, appunto, di movimento. L’idea che per quanto possa sembrare uguale al giorno prima – cosa che avviene di rado – si sa che l’acqua trascorsa non ritorna, dunque, compete ad essa l’idea della rappresentazione archetipica del cambiamento permanente. D’inverno poi il mare è solo tuo (prova a con questo http://www.youtube.com/watch?v=P-5-8TxJ1lQE). E ancora l’orizzonte, aperto sin che lo sguardo ci arriva, e che invoglia il pensiero a fare altrettanto. Nulla a che vedere con la costrizione dei monti , ancorché anch’essa presenti elementi di apprezzabile fascinazione.

    • vittorianicolo ha detto:

      Sempre belli i tuoi commenti, Giovanni 🙂 Mi piace molto “Il mare d’inverno”, e ogni tanto la canto, tra me e me.
      Ti auguro buona serata, e grazie per le tue visite al blog, amico virtuale e caro!

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