10 anni senza te…

E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell’aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami…

10 anni senza Arcangelo

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Caro Arcangelo,
tesoro di zia,
lo scorso anno ti ricordavo così.
Oggi, mi rendo conto che son trascorsi dieci anni, e la mancanza di te è forte anche dopo dieci anni. Non ci si abitua alla tua assenza; si può vivere (o sopravvivere) nella tua assenza, ma non ci si abitua…

“Si muero sobreviveme con tanta fuerza pura
que despiertes la furia del pàlido y del frìo,
de sur a sur levanta tus ojos indelebles,
de sol a sol que suene tu boca de guitarra.
No quiero que vacilen tu risa ni tus pasos,
no quiero que se muera mi herencia de alegrìa,
no llames a mi pecho, estoy ausente.
Vive en mi ausencia como en una casa.
Es una casa tan grande la ausencia
que pasaràs en ella a través de los muros
y colgaràs los cuadros en el aire.
Es una casa tan transparente la ausencia
que yo sin vida te veré vivir
y si sufres, mi amor, me moriré otra vez.”

Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
che desti la furia del pallido e del freddo,
da sud a sud alza i tuoi occhi indelebili,
da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.

Non voglio che vacillino il tuo riso o i tuoi passi,
non voglio che muoia la mia eredità di allegria,
non bussare al mio petto, sono assente.
Vivi nella mia assenza come in una casa.

E’ una casa sì grande l’assenza
che entrerai in essa attraverso i muri
e appenderai i quadri nell’aria.

E’ una casa sì trasparente l’assenza
che senza vita io ti vedrò vivere
e se soffri, amor mio, morirò nuovamente.
(Pablo Neruda, da Cento sonetti d’amore, 1959)





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