Addio a Elio Pagliarani

foto Elio Pagliarani
Elio Pagliarani (Viserba, 25 maggio 1927 – Roma, 8 marzo 2012), poeta italiano appartenente al Gruppo 63


Ha pensato bene di andarsene oggi, il mio caro autore de La ragazza Carla

Elio Pagliarani è stato poeta tra i massimi esponenti della Neoavanguardia italiana; ha collaborato con il Gruppo 63 (che prese il nome dalla data della prima riunione), del quale fecero parte scrittori e poeti come Aldo Palazzeschi, Edoardo Sanguineti, Umberto Eco, Nanni Balestrini, Giorgio Manganelli.
La critica ha definito il poemetto sperimentale La ragazza Carla e altre poesie la sua opera più significativa; apparso dapprima su una rivista letteraria, e successivamente pubblicato in volume nel 1962, in esso si osservano evidenti influssi di Cesare Pavese (soprattutto nell’uso del verso lungo narrativo) e di Franco Fortini.


La ragazza Carla
Di là dal ponte della ferrovia
una trasversa di viale Ripamonti
c’è la casa di Carla, di sua madre, e di Angelo e Nerina.

Il ponte sta lì buono e sotto passano
treni carri vagoni frenatori e mandrie dei macelli
e sopra passa il tram, la filovia di fianco, la gente che cammina
i camion della frutta di Romagna.

Chi c’è nato vicino a questi posti
non gli passa neppure per la mente
come è utile averci un’abitudine

Le abitudini si fanno con la pelle
così tutti ce l’hanno se hanno pelle

Ma c’è il momento che l’abito non tiene
chissà che cosa insiste nel circuito
o fa contatto
o prende la tangente
allora la burrasca
periferica, di terra,
il ponte se lo copre e spazza e qualcheduno
può cascar sotto
e i film che Carla non li può soffrire
un film di Jean Gabin può dire il vero
è forse il fischio e nebbia o il disperato
stridere di ferrame o il tuo cuore sorpreso, spaventato
il cuore impreparato, per esempio, a due mani
che piombano sul petto

Solo pudore non è che la fa andare
fuggitiva nei boschi di cemento
o il contagio spinoso della mano.

Elio Pagliarani, La ragazza Carla



I goliardi delle serali
I goliardi delle serali in questa nebbia
hanno voglia di scherzare: non è ancora mezzanotte
e sono appena usciti da scuola
“Le cose nuove e belle
che ho appreso quest’anno” è l’ultimo tema da fare,
ma loro non si danno pensiero, vogliono sempre scherzare.

Perché il vigile non interviene, che cosa ci sta a fare?

E’ vero però che le voci sono fioche e diverse, querule anche nel riso,
o gravi, o incerte, in formazione e in trasformazione,
10 disparate, discordi, in stridente contrasto accomunate
senza ragione senza necessità senza giustificazione,
ma come per il buio e il neon è la nebbia che abbraccia affratella assorbe
[inghiotte
e fa il minestrone,
e loro ci sguazzano dentro, sguaiati e contenti
– io attesto il miglior portamento dei due allievi sergenti,
il calvo in ispecie, che se capisce poco ha una forza di volontà
militare, e forse ha già preso il filobus.

Quanta pienezza di vita e ricchezza di esperienze!
di giorno il lavoro, la scuola di sera, di notte schiamazzi
(chi sa due lingue vive due vite)
di giorno il lavoro la scuola di sera, – non tutti la notte però fanno i compiti
e non imparano le poesie a memoria, di notte preferiscono fare schiamazzi,
nascondere il righello a una compagna
e non fanno i compiti
– ma non c’è nessuno che bigi la scuola
sono avari
tutti avari di già, e sanno che costa denari denari.

Ciao, Poeta, fai buon viaggio

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